In questo articolo parlerò di un amico ormai di lunga data, incontrato nel periodo in cui si viveva ancora al confine tra recinto e libertà, con le speranze di poter cambiare le cose usando i loro strumenti, quali quello delle elezioni Politiche. 

Non avevamo ancora tanti anni fa entrambi ancora chiari tutti i meccanismi che stavano dissolvendo la società in cui vivevamo e si sperava che bastasse creare un nuovo soggetto politico etico e puro che potesse coinvolgere tutti quegli italiani che come noi erano stanchi di subire ricatti, umiliuazioni fiscali e controllo sempre più serrato sulle nostre vite.

Gli anni sono passati entrambi abbiamo capito che dall’interno non si può fare niente. Si deve USCIRE e creare una nuova società parallela indipendente dall’euro e libera, composta da esseri umani e non da finzioni giuridiche!

Parlo di Davide Gionco Presidente dell’Associazione Confederazione Sovranità popolare, che ha dato vita all’iniziativa delle Comunità Solidali con lo scopo di creare un punti di riferimento fra tutte le realtà, come la nostra Dinastycoin.club che hanno come scvopo principale quello di creare una economia indipendente dall’euro, coinvolgendo tutte le piccole e media imprese italiane, e i professionisti, che costituiscono il tessuto economicoi più importante in italia, ma sono anche quelli più di tutti massacrati da leggi e buocrazie fiscali sempre più opprimenti,

Riporto qui ora uno stralcio di una intervista rilasciata da Davide nel 2022 su sovranitàpopolare.org anche se un pl datata e alcune parti sono obsolete o non si sono concretizzate riporto quello che è ancora in auge che ci ha portato a collaborare nuovamete e attivamente con lo scopo di creare questa ipotetica società parallela non solo economicamente. Quindi il progetto Dinastycoin.club collabora con le Comunità Solidali tutti insieme con un obbiettivo comune.

D: Quanti di noi constatano di trovarsi nella società sbagliata?

R: L’economia non funziona come dovrebbe, troppe persone sono senza lavoro o con un lavoro precario, anche chi lavora fatica sempre di più ad arrivare a fine mese. Tutto funziona a vantaggio del settore finanziario e di poche multinazionali che tempestano di pubblicità i mezzi di informazione ed internet. Le nostre piccole aziende chiudono. Le città ed i paesi sono ridotti a dormitori, privi di piccole attività commerciali; i nostri migliori giovani emigrano.

D: Ci vorrebbe un’altra economia. Lei crede quindi ci sia bisogno di un nuovo paradigma economico?

R: La moneta, l’invenzione sociale nata per agevolare gli scambi e semplificare i rapporti tra persone e organizzazioni, da strumento si è tramutato in fine, da serva è diventata padrona ovvero lo strumento attraverso cui pochi si arricchiscono a scapito del 99% della società. La moneta viene emessa esclusivamente a fronte di debiti che gli Stati, le imprese e i cittadini sono obbligati a restituire e su cui pagano interessi su interessi, senza che vi sia alcuna possibilità di usare questo strumento per il bene comune. Questo sistema ci ha resi succubi e sta portando a distruzione la nostra economia e la nostra società. Il sistema creditizio ha smesso di sostenere le nostre imprese, ha cessato di essere uno strumento di sviluppo e si è trasformato in uno strumento di fallimenti e distruzione delle imprese. Abbiamo bisogno di una nuova moneta e di un nuovo sistema creditizio, a servizio dell’economia reale e dei cittadini, che abbia al centro le persone e che faciliti gli scambi di beni e servizi che noi stessi produciamo.

D: Oltre a una nuova moneta e a un nuovo sistema creditizio cosa ne pensa riguardo a ciò che sta succedendo nella sanità pubblica?

R: La sanità pubblica non funziona più, nonostante l’impegno degli operatori sanitari. Chi ci governa continua a tagliare sulla sanità. Mancano medici di famiglia. Mancano medici ed infermieri al pronto soccorso e negli ospedali. A molti medici viene addirittura impedito di curare i propri pazienti e di conseguenza i malati non trovano chi possa assisterli. Chi governa la sanità è unicamente interessato a garantire lauti profitti alle multinazionali del farmaco ed alle cliniche private.

D: Parliamo ora della scuola. Cosa dovrebbe essere cambiato per non uniformare le giovani menti, che sono la parte più fragile della società, ma anche quella che un domani ci chiederà conto, non solo della loro formazione, ma anche di ciò che ha creato una generazione “aliena”?

R: La scuola pubblica non funziona. Siamo il Paese che in Europa ha applicato maggiori limitazioni all’attività scolastica durante la pandemia. I nostri ragazzi sono ridotti a dei numeri, non sono più formati ad acquisire un senso critico. La scuola non riesce più ad insegnare e a formare gli adulti di domani. Gli insegnanti , sempre più demotivati, sono sommersi dalla burocrazia e sono portati a perdere di vista le persone che sono chiamati a formare.

D: E riguardo ai media ed ai social media con cui ci vengono propinate le notizie? Ci sono alternative al mainstream di regime?

R: I mezzi di informazione mainstream sono ridotti a mezzi di propaganda governativa a senso unico. I giornalisti bravi e coraggiosi non trovano lavoro; trovano lavoro solo i giornalisti obbedienti al potere. Internet ci aveva messo a disposizione degli spazi di libertà per disporre di una informazione pluralista e per incontrare chi, come noi, desidera una nuova società, ma questi spazi sono sempre più limitati, tramite algoritmi di censura e che limitano la visibilità. Ci vorrebbero dei mezzi di informazione liberi e indipendenti ed un nuovo social media veramente a servizio dei cittadini, che faccia incontrare le persone, un social che non profili le persone per fini commerciali, ma a servizio della socializzazione, senza manipolazioni.

La chiave del condizionamento dei mezzi di informazione e dei social media sono le inserzioni pubblicitarie, in particolare quelle delle grandi multinazionali, che, essendo gli unici finanziatori, impongo a questi mezzi di essere unicamente uno strumento per i loro interessi economici e persino politici, calpestando l’umanità delle persone.

D: Ci spieghi meglio la questione della pubblicità…

R: I mezzi di informazione, compresi i social media, devono fare fronte a spese ingenti, per le ore di lavoro dei gestori, per i server, ecc., ma soprattutto devono garantire lauti utili agli investitori. Se vogliamo avere dei mezzi di informazione liberi e non condizionati dai poteri forti, li dobbiamo finanziare noi o con nostre donazioni oppure tramite un “nostro” circuito pubblicitario, a servizio delle piccole aziende, che hanno bisogno di far conoscere i loro prodotti (che ci sono utili per vivere), ma che rispettano i cittadini, senza pretendere di manipolarli. Da qui nasce l’idea di dare vita ad una grande comunità socio-economica, fatta di cittadini e di imprese, che favorisca gli scambi sociali e culturali, ma anche gli scambi economici, compresa la pubblicità delle attività economiche, che consente sia di far conoscere ai cittadini i prodotti di qualità delle nostre piccole imprese, ma anche, in ultima istanza, di sostenere finanziariamente un “nostro” social media ed i mezzi di informazione liberi e a servizio di questa “nuova società”.

 

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